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Gli Effetti Analgesici dell’Umorismo.

Tesi di Laurea[1] sperimentale della Dott. Lucia Angrisani

La ricerca che presentata ha valutato l’efficacia dell’umorismo sulla salute ed in particolare il suo effetto analgesico; partendo dalle precedenti ricerche in tal senso[2] e dal recente interesse per le tematiche relative al nuovo concetto di salute proposto dall’OMS, si è voluto sviluppare e monitorare un protocollo che integrasse le linee-guida del progetto “Ospedale senza Dolore” con il metodo “Comicità e Salute”[3] alla base della Gelotologia.

Il progetto “Ospedale senza Dolore” nasce dalla constazione che una delle variabili che maggiormente influisce sulla qualità percepita e sui livelli di soddisfazione complessiva dei pazienti, affetti da patologie di varia natura e gravità, è il dolore. In particolare, dall’indagine multicentrica curata dal prof. Marco Visentin (dell’Unità di terapia del dolore e cure palliative dell’ASL 6 di Vicenza), che ha coinvolto circa 4 mila pazienti di 20 ospedali italiani, sono emersi dati molto interessanti (si rimanda all’allegato) ma quello più sconcertante è che il 90% dei ricoverati soffra di un dolore risolvibile, e che solo nel 28% dei casi esso è trattato con oppiacei (in particolare morfina), con FANS o con entrambi. Solamente nel 6,2% dei malati il dolore risulta controllato con analgesici (Boldrini, M; Smerrieri, S; Ceccone, S; Tomasini G.; 2005).

Poiché si stima che al giorno d’oggi il dolore possa essere controllato efficacemente nel 90% dei casi, ne risulta che una percentuale rilevante di pazienti soffre di un dolore che potrebbe essere evitato. Sulla base di queste osservazione, già a partire dal 1992 presso l’ospedale St- Luc di Montreal (Canada) fu avviato un progetto innovativo, finalizzato a modificare le attitudini e il comportamento dei professionisti sanitari e nello stesso tempo dei malati ricoverati (Besner 1993), Anche lo Stato Italiano ha fatto propri questi principi: nel settembre 2000 il Ministero della Salute ha istituito una Commissione di studio “Ospedale Senza Dolore” che ha elaborato un progetto specifico le cui linee-guida sono state approvate dalla Conferenza Stato–Regioni il 24 maggio e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale il 29 giugno 2001. Tali linee-guida, affidate alle Regioni perché vengano applicate, sono in perfetta sintonia con i princìpi della campagna internazionale[4].

Sulla base di queste considerazioni fin’ora esposte, è nato il mio interesse verso questa tematica, ed in particolare la mia attenzione si è concentrata sull’umanizzazione dei reparti, delle pratiche ospedaliera, e del miglioramento della qualità della vita.

Nello scenario attuale la geleotologia, proprio in quanto scienza che studia ed applica la risata e le emozioni positive in funzione di prevenzione, riabilitazione e formazione, mi è sembrata lo strumento migliore per realizzare questo progetto; tra le metodologie di applicazione di tale scienza ho reputato il metodo “Comicità e salute” quello più consono e vicino ai miei obiettivi e modalità di ricerca.

A tale scopo ho voluto verificare l’effetto dell’intervento dei clown dottori nella percezione e gestione del dolore nel contesto ospedaliero. L’indagine costituisce un contributo basato sull’utilizzo di scale e questionari (autovalutativi e non) volto a cogliere il ruolo che ha l’umorismo nella gestione dei vissuti stressanti; l’obiettivo principale è stato andare ad esplorare l’esistenza di una relazione tra la presenza del clown dottore e il vissuto emotivo delle madri e di quei piccoli pazienti che devono affrontare un intervento chirurgico programmato. Inoltre  è stato verificato se l’intervento dei clown dottori avesse un’influenza positiva anche sul trattamento analgesico post-operatorio, sulla riduzione delle complicazioni post-operatorie e sui giorni di degenza.

A tal fine la ricerca ha coinvolto 92 soggetti, di età compresa tra 0 e 14 anni scelti casualmente tra i bambini che hanno subito un intervento chirurgico programmato nel reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, tra agosto 2005 e maggio 2006. I soggetti sono stai divisi in due gruppi, uno di controllo e l’altro sperimentale; a questo ultimo è stato dato modo di interagire con i Clown dottori dell’Associazione ! Ridere per Vivere ! – Lazio.

Dalle osservazioni da me effettuate e dalle analisi dei test cui sono stati sottoposti i bambini e le loro mamme, è stato possibile avere un quadro abbastanza vasto di informazioni e di dati.

 

È stato osservato che, nonostante la preanestesia e l’anestesia intraoperatoria debbano, di norma, seguire dei protocolli standardizzati per ogni tipo di intervento, per età e peso corporeo del bambino, nel gruppo sperimentale -composto dai quei piccoli pazienti che hanno avuto modo di interagire con i clown dottori- c’è stato un minor utilizzo di farmaci in entrambi i casi.

Dai risultati di questa ricerca si è constatato che i bambini, che interagisco nella fase pre-operatoria con i clown dottori, hanno una diminuzione dell’ansia pre-operatoria quasi del 50% rispetto a quelli che invece non incontrano i clown; inoltre anche nel periodo post-operatorio si è riscontrato un miglioramento del loro stato d’animo superiore addirittura a quello pre-operatorio, a confronto dei bambini del gruppo di controllo in cui, al contrario, lo stato d’animo del periodo post-operatorio è risultato chiaramente più negativo anche del pre-operatorio.

Questi dati ci mostrano che i clown riescono ad apportare dei cambiamenti significativi allo stato d’animo dei bimbi, riescono a tranquillizzarli e a far vivere emotivamente meglio il momento stressante dell’operazione chirurgica, imbattendosi in un numero minore di controindicazioni postoperatorie come dimostrato dai dati da me raccolti.

Si è osservato che nel gruppo sperimentale si ha una significativa diminuzione di complicazioni postoperatorie; i bambini che, prima di entrare in camera operatoria, hanno interagito con i clown dottori hanno, nel 42,4% dei casi, nessun tipo di complicazione post-operatoria, rispetto al 26,1% di quello di controllo.

Molto interessante è quello che accade anche per il protocollo post-operatorio; dai risultati ottenuti, per i bambini del gruppo sperimentale si è riscontrato un maggior ricorso ad un’analgesia lieve nella maggior parte dei casi, mentre i bambini appartenenti al gruppo di controllo sono stati sottoposti ad un’analgesia in genere alta.

Dalla ricerca si è riscontrato che rispetto alla variabile di “dolore atteso”, nel periodo post-operatorio i bambini del gruppo sperimentale, hanno avuto bisogno di una terapia antalgica più bassa di quella attesa. I valori del protocollo riscontrato si discostano da quello atteso in questo modo:

il gruppo sperimentale si concentra maggiormente nella categoria lieve, in cui la percentuale del protocollo riscontrato e più alta del 52% del valore del protocollo atteso. Di conseguenza vi è una un diminuzione di concentrazione di casi per la categoria della terapia algica media, in cui il protocollo riscontrato è inferiore nella misura del 65% rispetto a quello atteso. Questo ci dimostra che i bambini che interagiscono con i clown, nel periodo post-operatorio hanno bisogno di un quantitativo di analgesico nettamente inferiore, non solo al gruppo di controllo, ma anche al tipo di protocollo atteso. Infatti da questa indagine è risultato che il gruppo di controllo si concentra maggiormente  nella categoria della terapia antalgica alta; il protocollo riscontrato, per la somministrazione di una terapia antalgica alta, non solo risulta superiore alle aspettative, ma lo è del 42% rispetto a quelle attese.

Questo tipo di dato è completamente in linea con quello che abbiamo visto per la variabile complicazioni post-operatorie in cui i valori più alti nella categoria nessuna complicazione sono appunto riscontrabili dal gruppo sperimentale; vale a dire che vi è il 16,3% di bambini in più rispetto al gruppo di controllo che non hanno riscontrato nessun tipo di complicazione post-operatoria.

Una delle ipotesi di questa ricerca prevedeva che fossero riscontrati dei giorni di degenza minori nei bambini che avessero incontrato i clown dottori durante il periodo dell’ospedalizzazione; anche in questo caso i dati hanno verificato questa ipotesi. Rispetto ai tipi di intervento programmati che si svolgono nel reparto, i giorni di degenza risultano essere, in media, pari a 3; per tale motivo definiamo giorni routinari di degenza tutti quei ricoveri che hanno questa durata di permanenza in ospedale.

È risultato interessante notare, al di là dei giorni routinari che sono la maggior parte dei casi riscontrati in entrambi i gruppi osservati, come si sono distribuite le percentuali per quei bambini che hanno avuto un numero diverso di giorni di degenza. Nel gruppo di bambini che hanno visto i clown dottori, c’è stata una maggiore concentrazione di casi nella categoria giorni inferiori ai routinari pari al 14,1%, mentre nel gruppo di controllo la percentuale maggiore si concentra nella categoria giorni superiori ai routinari nel 10,9% dei casi; anche in questo caso possiamo dire che i clown dottori hanno avuto un effetto positivo sui bambini osservati.

 

Uno dei risultati più interesanti della ricerca è stato quello riguardante l’ansia delle mamme; si è indagata sia l’ansia di stato che quella di tratto nel periodo pre e post operatorio nei due gruppi.

L’ansia di stato ha fornito dei risultati particolari dato che, per quanto riguarda il valore tra pre e post test, non si è riscontrata una grande differenza di punteggi in entrambi i gruppi, pur magari aspettandoci una differenza tra il gruppo di mamme che ha interagito con i clown e quello che ha affrontato l’intervento chirurgico del proprio figlio senza la presenza dei clown; questo risultato viene chiarito quando si analizzano anche i punteggi ottenuti dalle stesse mamme al test sull’ansia di tratto.

Esaminando i risultati del test sull’ansia di tratto è stata osservata una differenza significativa molto ampia tra il pre e il post dei due gruppi. In particolare il valore eta quadrato parziale molto alto raggiunto dalle mamme del gruppo sperimentale, ci fornisce un’indicazione di quanto forte sia la differenza tra i valori ottenuti nel post test delle mamme che hanno interagito con i clown dottori, rispetto a quelle che non li hanno incontrati.

Questi risultati trovano spiegazione con quanto dichiarato in letteratura[5].

L’ansia come tratto si riferisce “…a differenze individuali relativamente stabili nella disposizione verso l’ansia, cioè a differenze tra le persone nella tendenza a rispondere con elevazioni della intensità A-Stato a situazioni percepite come minaccianti.” ( Spielberger et al.,1964;  p. 6 ); l’ansia di tratto è definibile come una “disposizione comportamentale acquisita” (Campbell, 1963) che cambia difficilmente, eppure nel nostro caso l’effetto clown determina un cambiamento molto grande nell’esperienza fatta dalle mamme, al punto tale da influenzare una “disposizione comportamentale acquisita”, quale appunto l’ansia come tratto.

I test sull’umorismo hanno messo in evidenza un altro risultato interessante.

Le mamme del gruppo sperimentale, quelle che hanno interagito con i clown dottori durante la degenza dei figli, hanno ottenuto nel periodo post operatorio, punteggi al test di Ziv e alla CHS significativamente più alti.

Dall’analisi si è potuto constatare che tali variabili presentano, nel gruppo sperimentale un andamento crescente, in quello di controllo un andamento decrescente. Possiamo affermare quindi che la presenza del clown dottore ha influito su tali variabili, permettendone addirittura un aumento dei punteggi in una situazione che generalmente ne determina una diminuzione, condizione che infatti si è presentata nel gruppo di controllo.

Possiamo concludere dicendo che, in linea di massima, questa ricerca ha riscontrato che l’effetto dei clown dottori, in un reparto come la Chirurgia Pediatrica, risulta molto efficace al fine di ridurre l’ansia nelle mamme, di fornire loro una risorsa maggiore, quale l’uso dell’umorismo, per affrontare una situazione stressante come l’intervento chirurgico del proprio bambino. I clown dottori, inoltre, migliorano il vissuto emotivo nei bambini nel periodo pre e post operatorio, permettono la riduzione delle complicazioni post operatorie, dei giorni di degenza ospedaliera e infine la diminuzione della somministrazione di analgesico nel periodo post-operatorio.

Sarebbe molto interessante continuare questo tipo di ricerca indagando, in un arco di tempo maggiore, la variabilità dei fattori qui analizzati, al fine di osservare come la presenza del clown dottore possa modificare anche la percezione del dolore oltre che il vissuto emotivo, in particolare in quei pazienti costretti nei luoghi, quali ospedali e cliniche, in cui le degenze raggiungono anche mesi e mesi.

Inoltre avendo valutato la forte influenza che la presenza del clown dottore ha sull’ansia e sulla paura pre-operatoria, così come sulla variazione dei protocolli delle cartelle anestesiologiche,  risulterebbe molto interessante analizzare che tipo di influenza possa avere l’intervento dei clown dottori anche nel lavoro di equipe di cui si parla nella normativa “Ospedale senza Dolore”; permettendo loro di affiancare anestesisti e specialisti della terapia del dolore, ed essere un valido aiuto non solo per i pazienti, ma anche per gli stessi operatori sanitari sottoposti loro stessi ad un continuo stress e burn-out al fine di svolgere insieme il nobile lavoro che consiste nella diminuzione, ed eliminazione – quando questo sia possibile – della “sofferenza inutile”.

 

Per qualsiasi ulteriore informazione o sviluppo di ricerca:

Dott. Lucia Angrisani

dott.angrisani@gmail.com

345/1370138

 

 

[1] Tesi sperimentale per la Cattedra di Psicologia di Comunità -Prof. Donata Francescato-, Università di Roma “La Sapienza”.

[2] Vedi testo allegato.

[3] Di Sonia Fioravanti e Leonardo Spina, metodo alla base della modalità operativa di Ridere per Vivere.

[4] Per approfondimenti si rimanda alla Tesi allegata.

[5] Vedi Ricerca allegata p. 148

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Lucia Angrisani

Psicologa e Psicoterapeuta in formazione presso l' ASPIC: Scuola di Psicoterapia Umanistica Integrata.

Ha ricevuto un premio come "Best oral presentation abstract in Behavioral Medicine" dalla Swedish Behavioral Medicine Society , riconoscimento ricevuto al 13 Congresso Europeo di Psicologia (ECP) tenutosi a Stoccolma nel luglio 2013.

Benedetti M., Francescato D., Mebane M., Tomai M., Rosa V , Angrisani L., Hospital Clown Therapy: a Study on its Impact in a Pediatric Surgery Department, 13th European Congress of Psychology (ECP 2013), held in Stockholm on 9-12 July 2013. Granted as the best oral presentation abstract in Behavioral Medicine by The Swedish Behavioral Medicine Society (Svennk Beteendemedicinsk Forening, SBF).

Si è formata in un training di integrazione energetica, posturale, cuore-pelvi : " il corpo che cura il corpo" nel 2009 con i maestri Jack Painter e Carmine Piroli;

in "Interventi specifici per attaccamenti compatibili" con la dott. Spalletta .

Formatrice e coordinatrice del Master in "Comicoterapia e Arteterapia" di Roma 3 nell'anno 2009

Co-responsabile ed operatrice nel 2009 del progetto "Piccolo Circo" di Roma , attività di integrazione per bambini cosiddetti normodotati, iperattivi, diversabili e immigrati del Dipartimento delle Politiche Sociali del Comune di Roma.

Vincitrice di una borsa di studio per attività di ricerca nel 2010 dell' Università di Tor Vergata : “Attività di assistenza alla implementazione degli standard di responsabilità sociale dell’A.O. San Camillo-Forlanini” sul tema “Valutazione e certificazione della responsabilità sociale nel settore sanitario”.

Formatrice di Psicologia della relazione d'aiuto, di età evolutiva ed introduzione alla Biomusica e musicoterapia per l'istituto Di ricerca documentazione e formazione Homo Ridens di cui è stata vice presidente dal 2008/2012.

Dal 2011 ad oggi Collaboratrice del "Progetto Klamavit" e consulente aziendale della Natural Beauty

Formatrice per il Master dal 2012 ad oggi per il Master esperenziale in counseling professionale per i moduli di età evolutiva e mediazione artistica : "bambini diversamente vivaci patologia o risorsa?" per l'Istituto di Formazione "Aspic per La Scuola"

dal 2006 ad oggi è socia, e collabora come psicologa e volontaria del sorriso per la Federazione Internazionale Ridere per Vivere - Associazione di Comicoterapia ( Gelotologia) - dal 2009 è socia fondatrice della sede campana e dal 2015 è consigliere del direttivo d'associazione.

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