Omega 3 spazzini del colesterolo? O dei trigliceridi?
Nella popolazione generale, invece, la riduzione del rischio era solo del 6%. Tuttavia questo dato faceva il paio con la riduzione del 18% del rischio di malattia coronarica rilevata negli studi prospettici inclusi nella ricerca (negli studi prospettici si osserva nel tempo l’effetto dell’esposizione di un gruppo di individui a un fattore di rischio o protettivo della salute).
I risultati della ricerca confermano dunque che l’aumento dell’introito di omega 3rappresenta un importante intervento che può portare alla riduzione del rischio cardiovascolare – dicono i ricercatori – con esiti maggiori tra chi ha un profilo lipidico compromesso.
Gli omega 3 agiscono come dei farmaci naturali
«Nei diversi trial che ne hanno verificato l’azione, si è visto come gli omega 3 hanno proprio un’azione ipotrigliceridemizzante, ovvero abbassano il livello dei trigliceridi; tale azione è tanto maggiore quanto più alto è il dosaggio utilizzato», spiega la dottoressa Maddalena Lettino, responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia dello Scompenso di Humanitas. «In ogni caso l’associazione tra omega 3 e salute cardiovascolare è nota: questi acidi grassi, assieme ad altri presidi impiegati nelle terapie per ridurre trigliceridi e colesterolo, contribuiscono a migliorare il profilo lipidico e a ottimizzare la salute dell’individuo».
Cosa fare in caso di alti valori di trigliceridi e colesterolo?
«Se i valori sono alti ma l’individuo conduce uno stile di vita virtuoso è importante che il medico prescriva la giusta terapia. Se invece i valori sono elevati ma lo stile di vita è inadeguato si deve partire da quest’ultimo: in primo luogo il soggetto deve perdere peso, fare più attività fisica e migliorare la dieta, variandola e preferendo i grassi buoni del pesce, proprio gli omega 3, a quelli animali. Solo dopo gli interventi sullo stile di vita si può pensare all’assunzione di supplementi di omega 3, comunque forniti dall’alimentazione», conclude la dottoressa Lettino.